La rassegna è dedicata al rapporto artistico fra i due Maestri: per la prima volta le opere di Canaletto e Bellotto sono esposte le une di fianco alle altre, consentendo un immediato confronto fra stili, tecniche e composizione. La sezione introduttiva mostra quei dipinti del Canaletto che hanno costituito la base dell'apprendistato di Bellotto, il quale, nato a Venezia nel 1721, figlio di una sorella del Canaletto, fu allievo dello zio. Seguono un gruppo di vedute veneziane eseguite da Bellotto agli inizi della sua carriera che documentano lo sviluppo dello stile e delle acquisizioni tecniche (la maggior parte di questi dipinti era stata tradizionalmente attribuita a Canaletto, mentre solo di recente sono stati riconosciuti come opera di Bellotto).
Il confronto diretto di composizioni simili dei due artisti consente di apprezzare il talento precoce di Bellotto ed il suo ruolo nello studio del Canaletto, come nella sezione delle vedute romane; invece le vedute di Firenze e Lucca mostrano il raggiungimento da parte del più giovane di uno stile proprio con tecnica e composizione peculiari. Bellotto ambiva a dipingere composizioni panoramiche; nel 1745 gli furono commissionate da Carlo Emanuele III due vedute di Torino, una delle quali è in mostra, la “Veduta del vecchio ponte sul Po” della Galleria Sabauda. Il dipinto dimostra nel giovane artista una capacità di distinguersi dal maestro per un senso più acuto degli effetti fenomenici, una visione meno nitida dell'insieme e, allo stesso tempo, distaccata, più attenta ai particolari, a tratti lievemente velata e malinconica.
Nel 1746 Canaletto parte per Londra, nel 1747 Bellotto è a Dresda (da dove proseguirà per Monaco, Vienna e Varsavia): il primo enfatizza la propria visione raffinata e poetica, squisitamente decorativa, il secondo si orienta verso il realismo denotando interesse per la natura ed il paesaggio. Il destino d'artista di Bellotto è segnato dall'interesse che i protettori nordici mostrano per lui, ma non per commissionargli pittoresche vedute di Venezia (come facevano gli inglesi con Canaletto, rapiti dalla luminosità intensa e vibrante che conferisce nitido risalto a tutti gli elementi della veduta), bensì chiedendogli ritratti delle proprie città da essi portate a magnificenza moderna. Contro i cieli un po' smorzati ma amplissimi, i campanili rococò, le grandi strutture dei palazzi principeschi, i ponti e le case borghesi prendono una fissità malinconica che spesso acque ferme riflettono nitidamente; le figure umane, fra luci e ombre lunghissime, danno alle vedute il palpito del tempo, degli incontri ma anche della solitudine.
A seguire la sezione dei “Capricci” che evidenzia la profonda relazione tra le composizioni dei due artisti in periodi diversi. Per chiudere un'ampia sezione di disegni. Particolarmente suggestive due vedute dei prati attorno Varsavia di Canaletto per la prima volta riunite, più di cinque metri di tela dipinta.
Nel catalogo si segnala il saggio della curatrice della mostra, Bozena Anna Kowalczyk, uno dei massimi esperti del vedutismo veneziano. Tra i tanti appuntamenti intorno alla mostra, passeggiate, conversazioni e attività per bambini e famiglie.
Torino, Palazzo Bricherasio, fino al 15 giugno 2008, aperta il lunedì dalle 14,30 alle 19,30, da martedì a domenica dalle 9,30 alle 19,30 (giovedì e sabato chiusura posticipata alle 22,30), ingresso euro 7,50, catalogo Silvana Editoriale, infoline 011.5711888, sito internet www.palazzobricherasio.it
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